DSA: boom di diagnosi! Ma è davvero così?

DSA: boom di diagnosi! Ma è davvero così?

FACCIAMO CHIAREZZA INSIEME!

Oggi si sente sempre più spesso parlare di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.): la quantità di materiali disponibili è infatti continuamente in aumento e talvolta le informazioni che vengono comunicate, soprattutto se non supportate da dati concreti, rischiano di creare solo più confusione e di essere travisate.

Un punto cruciale è certamente relativo alla quantità di diagnosi: c’è chi dice che anni fa tutte queste problematiche non esistevano, c’è chi dà la colpa alla società attuale, chi dice che costituiscono semplicemente un modo per far meno fatica a scuola per coloro che hanno poca voglia di studiare, chi invece che è una caratteristica che può contraddistinguere i nostri bambini e che va dunque tutelata per permettere loro di apprendere come tutti gli altri.

Che ora ci sia un determinato numero di bambini con DSA è evidente, ma a chi credere dunque? C’è veramente un boom ingiustificato di diagnosi oppure questi numeri si fondano su basi reali?

Cerchiamo di fare chiarezza!

 

Per farlo faremo riferimento al report “Alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)”, A.S. 2017/2018 pubblicato dall’ufficio Statistica e Studi del MIUR.
Da questo report risulta che nell’anno scolastico 2017-2018, le certificazioni DSA (relative a dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) sono state 276.109, su una popolazione studentesca di 8.582.920, ovvero il 3,2% della popolazione scolastica.

Dal grafico appare evidente che il numero di alunni con DSA sul totale dei frequentanti è costantemente cresciuto negli anni ed è passato dallo 0,7% del 2010/2011 al 3,2% del 2017/2018.

Certamente, soprattutto nei primi anni, c’è stato un aumento significativo e costante delle diagnosi, ma questo è semplicemente dovuto al fatto che il 2010 è stato un anno cruciale: in quell’anno infatti è entrata in vigore la Legge 170/2010 al fine di garantire il diritto allo studio anche per questi bambini e prima di ciò mancavano anche dei criteri diagnostici sufficientemente condivisi. Di conseguenza i bambini non erano riconosciuti e tutelati prima di quel periodo.

L’aumento è dunque da attribuirsi alla sensibilizzazione che ha cominciato piano piano a diffondersi da quel momento anche grazie a programmi di screening preventivi precoci che hanno permesso di individuare il motivo alla base di grosse difficoltà scolastiche dei bambini che fino a quel momento non riuscivano a trovare una spiegazione. Sulla base di ciò anche l’ipotesi delle “false diagnosi” o delle “diagnosi facili” non trova fondamento: in Italia la situazione è tra le più normate dal punto di vista diagnostico. Certamente è fondamentale rivolgersi presso strutture sanitarie pubbliche o centri privati accreditati secondo i criteri disposti dalla Regione e dunque debitamente formati.

Da notare è che la percentuale sta cominciando a stabilizzarsi e che quindi per gli anni futuri ci si aspetterebbero piccole variazioni ed è inoltre da ricordare che le stime epidemiologiche degli altri paesi europei si collocano tra il 5% e il 12%.
Dal grafico emerge come nel tempo si siano modificate anche le percentuali relative al ciclo scolastico: oggi la percentuale più alta di alunni con DSA si trova nella scuola secondaria di primo grado (ovvero le scuole medie), pari al 5,6%, mentre l’aumento maggiore nel tempo si osserva nella scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori), + 4,1% dal 2010 al 2018.

Perché questo?

Questi dati potrebbero essere spiegati dal fatto che, nonostante la sensibilizzazione alla tematica sia in aumento così come gli interventi precoci, questi ultimi potrebbero essere ancora scarsamente applicati o poco efficaci conducendo così ad una certificazione non precoce alle scuole elementari e in ritardo alle scuole medie, dove le richieste hanno anche un grado di complessità maggiore. Il maggior incremento legato alle scuole superiori, invece, potrebbe essere legato al fatto che gli studenti rimangono alle scuole superiori per più tempo rispetto agli altri cicli scolastici per via delle bocciature e della riduzione del fenomeno dell’abbandono scolastico.

A fianco del cosiddetto “boom delle diagnosi” vi è anche quello delle sotto certificazioni: a livello territoriale, infatti, i dati mostrano una forte discrepanza nord-sud ed est-ovest. Infatti le alunne e gli alunni con DSA risultano maggiormente presenti nelle regioni del Nord-Ovest (4,8% sul totale della popolazione studentesca), seguite dalle regioni del Centro (3,9%), del Nord-Est (3,6%) e del Sud (1,4%). Quest’ultimo dato risulta quindi responsabile delle sotto certificazioni.

Sulla base di quanto esposto, quindi, più che di “boom di diagnosi” è più corretto parlare di un processo di individuazione dei bambini con problematiche specifiche, prima non identificate e non supportate da criteri diagnostici condivisi, che ha trovato un riconoscimento legislativo solo nel 2010 e che dunque, da quel momento, ha avuto bisogno di un lasso di tempo per attuarsi e per tutelare questi bambini consentendogli di imparare come tutti gli altri.

Per approfondimenti:
https://www.aiditalia.org/it/news-ed-eventi/news/analisi-dati-miur-studenti-con-dsa-as-2017-2018
https://www.aiditalia.org/Media/News/dati_miur/2018/Gli%20alunni%20con%20DSA_a.s.%202017_2018_def.pdf