Funzioni esecutive e terza età: quali cambiamenti?

Funzioni esecutive e terza età: quali cambiamenti?

Le funzioni esecutive costituiscono un concetto psicologico di tipo multidimensionale, ovvero definisce una serie di processi cognitivi di “ordine superiore”, che vanno oltre le capacità di base come il linguaggio, che consentono di mettere in atto dei comportamenti adattivi, cioè dei comportamenti funzionali al raggiungimento di un obiettivo in maniera autonoma.

Sono quindi tutte quelle capacità che ti permettono di essere efficiente nella quotidianità e di compiere compiti complessi, ancor più se ti trovi in situazioni nuove e non quindi di routine.

 

Quali processi cognitivi comprendono le funzioni esecutive?

Normalmente quando si parla di funzioni esecutive si fa riferimento a queste capacità (gli esperti stessi non sono d’accordo sulla definizione):

  • memoria di lavoro: è la capacità di mantenere delle informazioni nella propria memoria per un periodo limitato di tempo con l’obiettivo di utilizzarle in vista di uno scopo.
    Se ad esempio chiedi indicazioni stradali per raggiungere un luogo, a meno che non usi carta e penna per appuntartele, dovrai utilizzare la tua memoria di lavoro per ricordarti che ad esempio prima dovrai svoltare a sinistra, allo stop svoltare a destra, alla rotonda andare dritto ecc…
  • l’attenzione selettiva e sostenuta: è la capacità di focalizzare la propria attenzione su uno stimolo e mantenerla per un certo periodo di tempo.
    Se ad esempio non vorrai perderti nessuna notizia del telegiornale dovrai mantenere un buon livello di attenzione per non farti scappare nessun dettaglio.
  • pianificazione: si tratta della capacità di creare uno schema, di definire tutti i passaggi e le azioni necessarie per raggiungere un obiettivo. Questo implica ponderare bene le opzioni disponibili.
    Se ad esempio si deve preparare una ricetta occorre pianificarne l’organizzazione e se si dispone di poco tempo valutare quale metodo di cottura sarà il più veloce.
  • decision making e problem solving: ovvero la capacità di prendere decisioni e risolvere problemi.
  • automonitoraggio: ovvero la capacità di osservare il proprio operato come se lo si guardasse dall’esterno. Questo ti consente ad esempio di autocorreggerti quando ti rendi conto di aver commesso un errore.
  • inibizione: è strettamente collegata all’attenzione in quando rappresenta la capacità di focalizzarsi su uno stimolo senza che altri interferiscano. Informazioni irrilevanti vengono bloccate affinché inibisci e dunque eviti o blocchi una certa azione.
  • flessibilità: è la capacità di essere flessibili, dunque di adattare e modificare il proprio comportamento in base al compito richiesto e al contesto in cui ti trovi.
    Se ad esempio devi recarti in un luogo ma la batteria della macchina si scarica, e non vorrai rinunciare, dovrai flessibilmente trovare delle strategie alternative come andare in bicicletta, usare i mezzi pubblici o farti dare un passaggio da qualcuno.

 

Cosa accade a queste abilità nella terza età?

Le funzioni esecutive sono delle abilità che non sono stabili nel tempo: evolvono e si modificano. Tendono a svilupparsi fino al periodo dell’adolescenza per poi consolidarsi e subire in seguito un decremento intorno ai 60 anni. È bene però sottolineare che non per tutte le persone è così e soprattutto non tutte le funzioni seguono lo stesso percorso. Con l’avanzare dell’età mediamente le funzioni che tendono ad indebolirsi sono soprattutto la memoria di lavoro, la pianificazione, l’inibizione e la flessibilità.

 

Se vuoi conoscere lo “stato di salute” delle tue funzioni esecutive e più in generale delle tue funzioni cognitive, puoi contattarci per una valutazione neuropsicologica e magari intraprendere un percorso per allenarle.

Per approfondire:
https://www.stateofmind.it/tag/funzioni-esecutive/
https://qi.hogrefe.it/rivista/le-funzioni-esecutive-aspetti-cognitivi-e-motivazionali-necessar/