“Il mio bambino ha l’autismo, cosa vuol dire?”

bambino triste

“Il mio bambino ha l’autismo, cosa vuol dire?”

Una breve introduzione ad una condizione clinica complessa

lettera autismo

Che cos’è l’autismo? Conoscenze e falsi miti.

cervello

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo: alla base delle sue caratteristiche vi è un’alterazione nello sviluppo del cervello causata da fattori di rischio genetici e ambientali. Questa alterazione può esprimersi con diversi gradi di intensità nel funzionamento cognitivo e comportamentale del bambino.

L’autismo probabilmente rimane uno tra i più enigmatici disturbi del neurosviluppo, nonostante i progressi della ricerca scientifica. Ecco, ad esempio, alcuni quesiti ancora aperti: 

  • Perché i bambini con autismo hanno difficoltà a fare cose “semplici” come giocare con i coetanei, conversare o condividere l’attenzione con gli altri?
  • Perché, invece di giocare come fanno gli altri, preferiscono far girare ripetutamente le ruote di una macchinina o una sedia girevole?
  • Perché alcuni di loro hanno un’intelligenza adeguata o superiore alla norma, mentre altri hanno profonde difficoltà di apprendimento?

Ad oggi non siamo in grado di dare una risposta a tutte le domande che l’autismo ci suscita. Tuttavia, grazie al crescente impegno della ricerca scientifica, siamo in possesso di conoscenze che ci hanno permesso di sviluppare strumenti di indagine e di intervento efficaci

Di certo oggi è possibile prendere le distanze da falsi miti e idee infondate circa la natura dell’autismo, quali ritenere che esso derivi da una reazione di chiusura dovuta a un rapporto disfunzionale con i genitori.

 

Autismo, Asperger, Disturbi pervasivi dello sviluppo … un po’ di chiarezza sui termini!

Come vedremo in seguito, l’autismo non è una condizione unitaria, ma può essere considerato un insieme di quadri clinici diversi che hanno molte caratteristiche in comune e i confini molto sfumati.

Le versioni passate del DSM (Diagnostic and Statistical Manual o Mental Disorders, ossia il principale manuale che classifica i disturbi mentali) individuavano diversi “sottotipi” di autismo, che nel presente articolo ci limitiamo ad elencare senza descriverne le caratteristiche:

  • Sindrome di Asperger
  • Sindrome di Heller
  • Sindrome di Rett
  • Disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato

La più recente versione del DSM, il DSM 5, ribadisce che questi “sottotipi” di autismo hanno confini troppo sfumati per costituire quadri clinici distinti. Ecco perché propone una sola classificazione indicata col termine “Disturbi dello Spettro Autistico”.

In questo articolo, per brevità, utilizzeremo il termine autismo per riferirci ai disturbi dello spettro autistico.

 

Come si manifesta l’autismo? La “diade sintomatologica”

Analizzando il comportamento dei bambini con autismo, sono due le aree particolarmente colpite:

  • L’abilità di comunicare socialmente e interagire con gli altri.

Le problematiche riguardano sia il linguaggio verbale che quello non verbale, e il deficit sociale riguarda la capacità di avviare un’interazione e rispondere alle iniziative dell’altro.

  • L’abilità di organizzare il proprio comportamento in modo flessibile e non ripetitivo.

Il repertorio di attività e interessi dei bambini con autismo è tipicamente ristretto, e i comportamenti sono ripetitivi e stereotipati.

Parliamo di “diade sintomatologica” perchè nessun sintomo tra quelli appena elencati, preso singolarmente, è sufficiente per definire l’autismo: un bambino che ha problemi con la comunicazione, ma che non ha comportamenti ripetitivi o non ha difficoltà nella reciprocità sociale, non può essere definito un bambino con autismo.

 

Tutti i bambini con autismo sono uguali?

La risposta a questo quesito è NO: l’autismo si manifesta in modo estremamente eterogeneo. La ricerca ha messo in luce che possono variare sia gli aspetti comportamentali, sia i fattori biologici. Per esempio, alcuni bambini presentano un volume eccessivo di alcune parti del cervello come l’amigdala (che ha a che fare con la comprensione delle emozioni) e l’ippocampo (che ha a che fare con la memoria), altri invece un volume troppo piccolo. 

I sintomi dell’autismo tendono a variare anche nel corso della crescita del singolo bambino. In molti casi infatti, soprattutto quando viene messo in atto un intervento educativo adeguato, si osservano miglioramenti significativi in molte aree dello sviluppo. 

 

Conclusioni e anticipazioni!

Come anticipato dal titolo di questo articolo, l’autismo è una condizione clinica complessa, e in questi pochi paragrafi ne è stata fatta solo una breve introduzione.

Nei prossimi articoli vedremo più da vicino come si manifestano i sintomi dell’autismo, accompagnando le descrizioni con esemplificazioni che aiuteranno a chiarire il significato di molti termini che possono rimanere poco comprensibili.

 

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Bibliografia

Contenuti tratti e adattati da: Lucio Cottini e Giacomo Vivanti (2013), Autismo. Come e cosa fare con bambini e ragazzi a scuola, Giunti Scuola e Giunti O.S., Firenze